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La violenza nell’infanzia riguarda tutte e tutti, donne ma anche uomini

bambino violenza

Anche gli uomini sono stati bambini; questo significa che per una fase molto lunga della propria vita, il loro benessere e malessere è dipeso dalle figure adulte (genitori, nonni/e, zii/e, insegnanti) con cui vivevano e con cui hanno avuto, spesso hanno nel presente, un legame affettivo.

Il bambino, come la bambina, vive una situazione protratta di vulnerabilità, non può vivere autonomamente, dipende materialmente ( casa, cibo, cure, accesso ad un’istruzione) ed emotivamente (affetto, ascolto, rispetto dei propri bisogni) da persone che possono favorirne lo sviluppo, così come causarne sofferenza o disagio.

Tanto più il bambino è piccolo, tanto più dipende dagli adulti, tanto maggiore può essere l’influenza del loro comportamento sul suo stato di benessere o malessere.

Quando le cose vanno nel miglior modo possibile, il bambino vive in un ambiente accogliente, sensibile alle sue necessità materiali ed emotive, rispettoso, capace di accompagnarlo nella crescita, nei suoi bisogni crescenti di autonomia. E incontrerà adulti rispettosi.

Molto spesso, però, i bambini e gli adolescenti possono trovarsi a subìre situazioni di maltrattamenti o abusi, sia vissuti in prima persona, che in forma assistita. Oppure vivere singoli episodi di violenza.

Rappresentano violenze, tutte quelle situazioni in cui il bambino o l’ adolescente sono esposti a situazioni che ledono, feriscono, il suo corpo (violenza fisica, ad es. ricevere spinte, essere preso a schiaffi, per i capelli, a calci, pedate, pugni); in cui subisce abuso sessuale da figure adulte ( toccamenti, masturbazione fatta o subita, penetrazione anale, rapporti orali , assistere a rapporti sessuali tra adulti o abusi di adulti su altri/e bambini/e, visione di materiale pornografico o pedoporno grafico); o in cui viene mortificato, umiliato, offeso, minacciato (violenza psicologica).

Queste violenza vengono perpetrate prevalentemente  da figure con cui il bambino o l’adolescente ha un legame di parentela o comunque di affetto , ad es. da padre, madre, zio, nonno, o da un  insegnante,  una guida spirituale, un vicino di casa.

Il bambino, a causa dell’affetto che spesso  prova verso le figure che mettono in atto questi comportamenti, e del bisogno che ha di loro per la propria sopravvivenza fisica ed emotiva, probabilmente si sentirà confuso, oscillando fra affetto e rabbia verso queste figure, spesso dandosi la colpa di ciò che è successo (“è colpa mia se..”).

Proverà comunque sofferenza, che potrà manifestarsi nell’immediato o dopo molti anni.

Gli effetti della violenza possono infatti farsi sentire in varie aree della vita: problemi nello studio (ad es. di concentrazione), disturbi psicosomatici, difficoltà ad entrare in relazione con le altre persone, problemi o disagi nella sfera della sessualità, attacchi di panico, sentimenti di inutilità o vergogna, rabbia esplosiva.

Se per le donne è difficile parlare delle violenze subìte, per gli uomini può esserlo ancora di più, soprattutto se si è stati vittima di molestie sessuali.

Oltre alla difficoltà legata a riconoscere di aver subìto violenza, si unisce la vergogna per quanto successo, legata all’idea di averla, in qualche modo, permessa.

In realtà il bambino /ragazzo, come la bambina/ragazza, è in una situazione impari rispetto alle figure adulte, in realtà non può difendersi.

A rendere il tutto più complesso c’è anche il fatto che, soprattutto nel caso delle violenza sessuali, queste avvengono perlopiù tramite un’opera di convincimento, persuasione, da parte dell’adulto, non tramite l’uso di violenza fisica.

Anche questo, favorisce l’illusione di “aver scelto, acconsentito” alle violenze.

In realtà allora la scelta non era possibile. Oggi invece puoi scegliere!

Puoi scegliere di chiedere aiuto a persone, professionisti, con cui poter parlare di ciò che ti è accaduto e delle conseguenze che questo ha avuto su di te, sulle tue relazioni, sulla possibilità di vivere una vita soddisfacente. Tutto, anche le cose più dolorose e gli stati d’animo più penosi, possono essere affrontati, per stare meglio. Il passato non può essere cambiato, ma il presente e il futuro sono ancora da scrivere.

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