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I corsi di formazione si rivolgono a tutte le figure professionali che possono entrare in contatto con le vittime o gli autori di violenza: psicologi/ghe, psicoterapeuti/e, psichiatri/e, assistenti sociali, medici/che delle varie specializzazioni, riabilitatori/trici psichiatrici/che, counselor, educatori/trici, infermieri/e. Ci rivolgiamo inoltre alle Forze dell’Ordine.

 

formare

I nostri corsi di formazione

Marzo 2019


CORSO DI FORMAZIONE 2019
Alle radici della violenza Maschile.
Un percorso verso la consapevolezza e il cambiamento

Marzo 2018


CORSO DI FORMAZIONE 2018
Alle radici della violenza Maschile.
Un percorso verso la consapevolezza e il cambiamento

Marzo 2017


CORSO DI FORMAZIONE 2017
La violenza su donne e minori. Conoscerla, prevenirla, contrastarla.

codice rosa pisa

19 Novembre 2016


CODICE ROSA
Le vittime della violenza: rilevazione del rischio e presa in carico

uomini autori di violenza - corso ecm 2015

Dicembre 2015


IL CAMBIAMENTO DEGLI UOMINI
AUTORI DI VIOLENZA

Organizzazione di un corso di formazione ECM per specialisti e operatori/trici dell’area sanitaria sociale e psicologica.

corso ecm 2014

Febbraio 2014 – Maggio 2014


Violenza e realtà operanti nel territorio pisano.
Il lavoro con le donne e il lavoro con gli uomini.

Perchè formare

Il problema della vittimizzazione secondaria

La formazione è fondamentale, perché laddove questa è carente, le vittime di violenza, oltre a sperimentare a livello emotivo e relazionale gli effetti spesso devastanti degli abusi subìti , vanno incontro alla vittimizzazione secondaria.

La vittimizzazione secondaria indica uno stato di sofferenza psicologica che la vittima di violenza può sperimentare nel momento in cui entra in contatto con le Istituzioni (psicologi/ghe assistenti sociali, Forze dell’ordine, esponenti del Sistema Giudiziario) e queste, mancando di adeguate competenze sui temi in questioni, mettono in dubbio la credibilità e moralità della donna, mostrano mancanza di empatia, mettono in dubbio o giustificano le violenze messe in atto dall’abusante , perché le riconducono (erroneamente) a conflitti di coppia, questioni da risolvere all’interno delle mura domestiche, reazioni dell’uomo a provocazioni della donna.

Quindi per quanto riguardo la vittima di violenza, questa va spesso incontro alla vittimizzazione secondaria (pensiamo anche al linguaggio giornalistico che di fronte alla donna abusata mette al vaglio la vita relazionale e sociale della donna, come se questa si fosse “meritata” di essere violentata).

Nell’uomo , il sistema di credenze e valori ancora imperante , quello che fa riferimento al Codice d’onore, alla presunta proprietà e superiorità dell’uomo sulla donna, fa sì che i rappresentanti delle Istituzioni si approccino a questo come” vittima” della donna, un uomo incompreso, in preda alla passione, incapace di controllare i propri sentimenti. Un uomo che viene ancora troppo spesso giustificato.

Tutto ciò, colpevolizzazione della vittima e giustificazione dell’autore della violenza, oltre a danneggiare la donna vittima di abusi, deresponsabilizza l’uomo, paragonandolo ad un bambino che non sa gestire le proprie emozioni, i propri comportamenti, e diminuendone così ,in un circolo che si autoalimenta, le capacità emotive, comunicative e relazionali che sono alla base di rapporti sani e soddisfacenti fra uomini e donna.

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